Numero 6 del 2024
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IV - (1) - Gennaio - Giugno 2024
IV - (1) - Gennaio - Giugno 2024
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Psicoanalisi Contemporanea Rivista semestrale di A.Psi.C.
Direttore Responsabile
Daniela Cassano
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Direttore Editoriale
Morena Danieli
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Redattore Capo
Laura Fattori
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Inizio lezioni
Laura Fattori
Redattori
Giulia Brolato, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
Redattori
Giulia Brolato, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
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Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
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Sede della Redazione
via Verdi 45, Torino
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Rivista completa
Indice
Indice
01
Editoriale
02
Teoria e Tecnica Psicoanalitica
Vitalità e Annichilimento. Il narcisismo e l’oggetto dietro lo specchio. Una lettura di “Narcisismo di vita, narcisismo di morte”
Giulia Brolato
L’articolo percorre alcune riflessioni sulla teoria del narcisismo e sull’espressione di alcune forme narcisistiche che caratterizzano attualmente molti pazienti che chiedono un trattamento psicoterapeutico individuale, così come esposto da André Green nell’opera Narcisismo di Vita e Narcisismo di Morte. Partendo dalla metapsicologia freudiana, dalle pulsioni di vita e dalle pulsioni di morte e dal loro impasto pulsionale si esplorano i concetti introdotti da Green di liaison e dè-liaison, di struttura inquadrante per descrivere successivamente il narcisismo morale, il genere neutro e la teorizzazione della “madre morta”.
L’articolo percorre alcune riflessioni sulla teoria del narcisismo e sull’espressione di alcune forme narcisistiche che caratterizzano attualmente molti pazienti che chiedono un trattamento psicoterapeutico individuale, così come esposto da André Green nell’opera Narcisismo di Vita e Narcisismo di Morte. Partendo dalla metapsicologia freudiana, dalle pulsioni di vita e dalle pulsioni di morte e dal loro impasto pulsionale si esplorano i concetti introdotti da Green di liaison e dè-liaison, di struttura inquadrante per descrivere successivamente il narcisismo morale, il genere neutro e la teorizzazione della “madre morta”.
L’articolo percorre alcune riflessioni sulla teoria del narcisismo e sull’espressione di alcune forme narcisistiche che caratterizzano attualmente molti pazienti che chiedono un trattamento psicoterapeutico individuale, così come esposto da André Green nell’opera Narcisismo di Vita e Narcisismo di Morte. Partendo dalla metapsicologia freudiana, dalle pulsioni di vita e dalle pulsioni di morte e dal loro impasto pulsionale si esplorano i concetti introdotti da Green di liaison e dè-liaison, di struttura inquadrante per descrivere successivamente il narcisismo morale, il genere neutro e la teorizzazione della “madre morta”.
The paper proposes some thoughts on the issues arising from the theory of narcissism and from the different shapes that characterize the psychotherapy requests of many patients. Those issues are discussed starting from the work Life Narcissism, Death Narcissism by André Green. Starting from Freudian metapsychology, from the concepts of life and death drives, and by analysing their mixture, Green’s concepts such as liaison and dè-liaison are explored in this paper, as well as the concept of framing structure, which the Author introduces for describing the manifestations of moral narcissism, neutral gender and for his theorization of the “dead mother”.
The paper proposes some thoughts on the issues arising from the theory of narcissism and from the different shapes that characterize the psychotherapy requests of many patients. Those issues are discussed starting from the work Life Narcissism, Death Narcissism by André Green. Starting from Freudian metapsychology, from the concepts of life and death drives, and by analysing their mixture, Green’s concepts such as liaison and dè-liaison are explored in this paper, as well as the concept of framing structure, which the Author introduces for describing the manifestations of moral narcissism, neutral gender and for his theorization of the “dead mother”.
The paper proposes some thoughts on the issues arising from the theory of narcissism and from the different shapes that characterize the psychotherapy requests of many patients. Those issues are discussed starting from the work Life Narcissism, Death Narcissism by André Green. Starting from Freudian metapsychology, from the concepts of life and death drives, and by analysing their mixture, Green’s concepts such as liaison and dè-liaison are explored in this paper, as well as the concept of framing structure, which the Author introduces for describing the manifestations of moral narcissism, neutral gender and for his theorization of the “dead mother”.
Giocare per crescere. Una lettura di “Gioco e realtà”
Mirella Rostagno
L’articolo propone una lettura del testo di Donald W. Winnicott Gioco e Realtà, analizzando i principali concetti teorico clinici in esso contenuti e riflettendo sulla loro confermata utilità nella pratica clinica contemporanea. Erede di Freud e di Klein, Winnicott rivoluziona la psicoanalisi teorizzando l’esistenza di una terza area, quella dello spazio transizionale/dell’illusione/del gioco che permette la nascita del vero Sé. Anche la psicoterapia viene presentata come uno spazio transizionale trasformativo che si crea nella sovrapposizione tra l’area di gioco del paziente e quella del terapeuta.
L’articolo propone una lettura del testo di Donald W. Winnicott Gioco e Realtà, analizzando i principali concetti teorico clinici in esso contenuti e riflettendo sulla loro confermata utilità nella pratica clinica contemporanea. Erede di Freud e di Klein, Winnicott rivoluziona la psicoanalisi teorizzando l’esistenza di una terza area, quella dello spazio transizionale/dell’illusione/del gioco che permette la nascita del vero Sé. Anche la psicoterapia viene presentata come uno spazio transizionale trasformativo che si crea nella sovrapposizione tra l’area di gioco del paziente e quella del terapeuta.
L’articolo propone una lettura del testo di Donald W. Winnicott Gioco e Realtà, analizzando i principali concetti teorico clinici in esso contenuti e riflettendo sulla loro confermata utilità nella pratica clinica contemporanea. Erede di Freud e di Klein, Winnicott rivoluziona la psicoanalisi teorizzando l’esistenza di una terza area, quella dello spazio transizionale/dell’illusione/del gioco che permette la nascita del vero Sé. Anche la psicoterapia viene presentata come uno spazio transizionale trasformativo che si crea nella sovrapposizione tra l’area di gioco del paziente e quella del terapeuta.
The article proposes a reading of the book Playing and Reality by Donald W. Winnicott. It analyses the main theoretical and clinical concepts introduced in that classical work and their continuously validated usefulness in contemporary clinical practice. As an heir of Freud and Klein, Winnicott revolutionized psychoanalysis by theorizing the existence of a third area, i.e. that one of transitional space, of the illusion and of playing. That area allows the birth of the true Self. Psychotherapy is also presented as a transformative transitional space that is created in the relationship between patient and therapist’s playing areas.
The article proposes a reading of the book Playing and Reality by Donald W. Winnicott. It analyses the main theoretical and clinical concepts introduced in that classical work and their continuously validated usefulness in contemporary clinical practice. As an heir of Freud and Klein, Winnicott revolutionized psychoanalysis by theorizing the existence of a third area, i.e. that one of transitional space, of the illusion and of playing. That area allows the birth of the true Self. Psychotherapy is also presented as a transformative transitional space that is created in the relationship between patient and therapist’s playing areas.
The article proposes a reading of the book Playing and Reality by Donald W. Winnicott. It analyses the main theoretical and clinical concepts introduced in that classical work and their continuously validated usefulness in contemporary clinical practice. As an heir of Freud and Klein, Winnicott revolutionized psychoanalysis by theorizing the existence of a third area, i.e. that one of transitional space, of the illusion and of playing. That area allows the birth of the true Self. Psychotherapy is also presented as a transformative transitional space that is created in the relationship between patient and therapist’s playing areas.
L'inconscio come funzione. Una lettura di “Apprendere dall’esperienza”
Chiara Pugnetti
L’articolo propone una lettura del testo di Wilfred R. Bion Apprendere dall’esperienza (1962). Nella prima parte vengono presentati alcuni temi centrali nella produzione di Bion, concetti che costituiscono il fondamento della sua teoria sul processo del pensare e sullo sviluppo della possibilità di simbolizzare.
Nella seconda parte si approfondisce come, a partire dalla teorizzazione bioniana, si modifichi l’idea di inconscio, pensato come funzione della mente. A partire da queste considerazioni si analizzano le principali conseguenze sulla tecnica e sulla trattabilità di alcuni pazienti.
L’articolo propone una lettura del testo di Wilfred R. Bion Apprendere dall’esperienza (1962). Nella prima parte vengono presentati alcuni temi centrali nella produzione di Bion, concetti che costituiscono il fondamento della sua teoria sul processo del pensare e sullo sviluppo della possibilità di simbolizzare.
Nella seconda parte si approfondisce come, a partire dalla teorizzazione bioniana, si modifichi l’idea di inconscio, pensato come funzione della mente. A partire da queste considerazioni si analizzano le principali conseguenze sulla tecnica e sulla trattabilità di alcuni pazienti.
L’articolo propone una lettura del testo di Wilfred R. Bion Apprendere dall’esperienza (1962). Nella prima parte vengono presentati alcuni temi centrali nella produzione di Bion, concetti che costituiscono il fondamento della sua teoria sul processo del pensare e sullo sviluppo della possibilità di simbolizzare.
Nella seconda parte si approfondisce come, a partire dalla teorizzazione bioniana, si modifichi l’idea di inconscio, pensato come funzione della mente. A partire da queste considerazioni si analizzano le principali conseguenze sulla tecnica e sulla trattabilità di alcuni pazienti.
This paper proposes a reading of Wilfred R. Bion’s work Learning from Experience, first published in 1962.
In the first part the paper illustrates some fundamental issues that are central in the Author production, both for his theory about the thinking processes and for his theorization about the development of symbolization.
In the second part the Author analyses how, starting from Bion’s theory, the idea of unconscious changes and becomes to be thought as a mind function. Starting from these ideas, the article analyses the consequent most important developments in the psychoanalytic technique and psychoanalytical tractability of patients.
This paper proposes a reading of Wilfred R. Bion’s work Learning from Experience, first published in 1962.
In the first part the paper illustrates some fundamental issues that are central in the Author production, both for his theory about the thinking processes and for his theorization about the development of symbolization.
In the second part the Author analyses how, starting from Bion’s theory, the idea of unconscious changes and becomes to be thought as a mind function. Starting from these ideas, the article analyses the consequent most important developments in the psychoanalytic technique and psychoanalytical tractability of patients.
This paper proposes a reading of Wilfred R. Bion’s work Learning from Experience, first published in 1962.
In the first part the paper illustrates some fundamental issues that are central in the Author production, both for his theory about the thinking processes and for his theorization about the development of symbolization.
In the second part the Author analyses how, starting from Bion’s theory, the idea of unconscious changes and becomes to be thought as a mind function. Starting from these ideas, the article analyses the consequent most important developments in the psychoanalytic technique and psychoanalytical tractability of patients.
03
Casi Clinici
La delusione
Stefano Ramella Benna
Cosa significa sentirsi delusi? Perché è spesso difficile aiutare un paziente a uscire dal sentimento della delusione? Quali sono le radici, le componenti emotivo-affettive e i possibili sviluppi della delusione?
Il presente lavoro mira a rispondere a queste domande, che nascono dall’evidenza di una diffusione via via crescente della delusione nella società contemporanea, sempre più caratterizzata da aspettative elevate e da una certa riduzione della disponibilità a spendersi, per trasformare in progetti i desideri e le ambizioni.
La delusione, sentimento a cui la letteratura scientifica sembra aver riservato un’attenzione specifica piuttosto ridotta, viene qui analizzata da un punto di vista semantico e osservata in chiave psicodinamica, evidenziando come si presti ad essere terreno di incontro fra contributi di diversa matrice psicoanalitica (da Sigmund Freud a Melanie Klein, da Michael Balint a Heinz Kohut).
Con l’ausilio di alcune illustrazioni cliniche, vengono altresì suggeriti e illustrati i passaggi terapeutici grazie ai quali lo psicoterapeuta può relazionarsi ai pazienti, nell’intento di comprendere e depotenziare l’azione disturbante della delusione e di sollevarli dallo stallo che, frequentemente, essa procura.
Cosa significa sentirsi delusi? Perché è spesso difficile aiutare un paziente a uscire dal sentimento della delusione? Quali sono le radici, le componenti emotivo-affettive e i possibili sviluppi della delusione?
Il presente lavoro mira a rispondere a queste domande, che nascono dall’evidenza di una diffusione via via crescente della delusione nella società contemporanea, sempre più caratterizzata da aspettative elevate e da una certa riduzione della disponibilità a spendersi, per trasformare in progetti i desideri e le ambizioni.
La delusione, sentimento a cui la letteratura scientifica sembra aver riservato un’attenzione specifica piuttosto ridotta, viene qui analizzata da un punto di vista semantico e osservata in chiave psicodinamica, evidenziando come si presti ad essere terreno di incontro fra contributi di diversa matrice psicoanalitica (da Sigmund Freud a Melanie Klein, da Michael Balint a Heinz Kohut).
Con l’ausilio di alcune illustrazioni cliniche, vengono altresì suggeriti e illustrati i passaggi terapeutici grazie ai quali lo psicoterapeuta può relazionarsi ai pazienti, nell’intento di comprendere e depotenziare l’azione disturbante della delusione e di sollevarli dallo stallo che, frequentemente, essa procura.
Cosa significa sentirsi delusi? Perché è spesso difficile aiutare un paziente a uscire dal sentimento della delusione? Quali sono le radici, le componenti emotivo-affettive e i possibili sviluppi della delusione?
Il presente lavoro mira a rispondere a queste domande, che nascono dall’evidenza di una diffusione via via crescente della delusione nella società contemporanea, sempre più caratterizzata da aspettative elevate e da una certa riduzione della disponibilità a spendersi, per trasformare in progetti i desideri e le ambizioni.
La delusione, sentimento a cui la letteratura scientifica sembra aver riservato un’attenzione specifica piuttosto ridotta, viene qui analizzata da un punto di vista semantico e osservata in chiave psicodinamica, evidenziando come si presti ad essere terreno di incontro fra contributi di diversa matrice psicoanalitica (da Sigmund Freud a Melanie Klein, da Michael Balint a Heinz Kohut).
Con l’ausilio di alcune illustrazioni cliniche, vengono altresì suggeriti e illustrati i passaggi terapeutici grazie ai quali lo psicoterapeuta può relazionarsi ai pazienti, nell’intento di comprendere e depotenziare l’azione disturbante della delusione e di sollevarli dallo stallo che, frequentemente, essa procura.
What does it mean feeling disappointed? Why is it often difficult to help a patient to come out of his feeling of disappointment? Which are the roots, the emotive and affective components, and the potential development ways of disappointment?
This article aims to answer these questions, coming from the evident and increasing diffusion of disappointment in our contemporary society, more and more characterized by great expectations and by a considerable reduction of one’s willingness to make efforts, in order to turn important wishes and ambitions into projects.
Disappointment – which is a feeling to whom, specifically, the scientific literature has paid a reduced attention – is here analysed by a semantic point of view and observed from a psychoanalytic perspective, pointing out that contributions of different psychoanalytic schools (from Sigmund Freud to Melanie Klein, from Michael Balint to Heinz Kohut) may find in it a meeting ground.
With the help of some clinical vignettes, therapeutic passages are suggested and illustrated, thus guiding psychotherapists to manage their relationship with the patient, to understand and weaken the disrupting action of disappointment and to relieve them from being stuck on their feelings.
What does it mean feeling disappointed? Why is it often difficult to help a patient to come out of his feeling of disappointment? Which are the roots, the emotive and affective components, and the potential development ways of disappointment?
This article aims to answer these questions, coming from the evident and increasing diffusion of disappointment in our contemporary society, more and more characterized by great expectations and by a considerable reduction of one’s willingness to make efforts, in order to turn important wishes and ambitions into projects.
Disappointment – which is a feeling to whom, specifically, the scientific literature has paid a reduced attention – is here analysed by a semantic point of view and observed from a psychoanalytic perspective, pointing out that contributions of different psychoanalytic schools (from Sigmund Freud to Melanie Klein, from Michael Balint to Heinz Kohut) may find in it a meeting ground.
With the help of some clinical vignettes, therapeutic passages are suggested and illustrated, thus guiding psychotherapists to manage their relationship with the patient, to understand and weaken the disrupting action of disappointment and to relieve them from being stuck on their feelings.
What does it mean feeling disappointed? Why is it often difficult to help a patient to come out of his feeling of disappointment? Which are the roots, the emotive and affective components, and the potential development ways of disappointment?
This article aims to answer these questions, coming from the evident and increasing diffusion of disappointment in our contemporary society, more and more characterized by great expectations and by a considerable reduction of one’s willingness to make efforts, in order to turn important wishes and ambitions into projects.
Disappointment – which is a feeling to whom, specifically, the scientific literature has paid a reduced attention – is here analysed by a semantic point of view and observed from a psychoanalytic perspective, pointing out that contributions of different psychoanalytic schools (from Sigmund Freud to Melanie Klein, from Michael Balint to Heinz Kohut) may find in it a meeting ground.
With the help of some clinical vignettes, therapeutic passages are suggested and illustrated, thus guiding psychotherapists to manage their relationship with the patient, to understand and weaken the disrupting action of disappointment and to relieve them from being stuck on their feelings.
04
Interfacce
Psicoanalisi dell'esperienza estetica
Mirella Rostagno
L’articolo affronta l’evolversi del pensiero psicoanalitico in relazione all’esperienza estetica attraverso il contributo di Freud e di alcuni importanti autori post-freudiani classici e contemporanei. Particolare attenzione viene data al lavoro di G. Magherini che ha teorizzato la sindrome di Stendhal. Si esplora come l’opera d’arte, oggetto concreto esterno, comunichi con il mondo interno del soggetto evocando vissuti arcaici e riattualizzando emozioni profonde. Obiettivo del contributo, presentato al convegno “Bellezza incompiuta” organizzato dalla S.I.S.P.I, è argomentare la validità della raffigurazione scultorea nella psicoterapia con la procedura immaginativa.
L’articolo affronta l’evolversi del pensiero psicoanalitico in relazione all’esperienza estetica attraverso il contributo di Freud e di alcuni importanti autori post-freudiani classici e contemporanei. Particolare attenzione viene data al lavoro di G. Magherini che ha teorizzato la sindrome di Stendhal. Si esplora come l’opera d’arte, oggetto concreto esterno, comunichi con il mondo interno del soggetto evocando vissuti arcaici e riattualizzando emozioni profonde. Obiettivo del contributo, presentato al convegno “Bellezza incompiuta” organizzato dalla S.I.S.P.I, è argomentare la validità della raffigurazione scultorea nella psicoterapia con la procedura immaginativa.
L’articolo affronta l’evolversi del pensiero psicoanalitico in relazione all’esperienza estetica attraverso il contributo di Freud e di alcuni importanti autori post-freudiani classici e contemporanei. Particolare attenzione viene data al lavoro di G. Magherini che ha teorizzato la sindrome di Stendhal. Si esplora come l’opera d’arte, oggetto concreto esterno, comunichi con il mondo interno del soggetto evocando vissuti arcaici e riattualizzando emozioni profonde. Obiettivo del contributo, presentato al convegno “Bellezza incompiuta” organizzato dalla S.I.S.P.I, è argomentare la validità della raffigurazione scultorea nella psicoterapia con la procedura immaginativa.
The article addresses the evolution of the psychoanalytic thought on the concept of aesthetic experience starting from the contributions of Freud and of some important classic and contemporary post-Freudian Authors. Particular attention is devoted to the work of Graziella Magherini who theorized the so-called Stendhal syndrome. The paper explores how the artwork, an external concrete object, may communicate with the inner world of the subject, evoking archaic experiences and re-actualizing deep emotions. The aim of the paper is to argue in favour of the validation of the concept of sculptural representation in psychotherapy by the imaginative procedure. The contribution was originally presented within the contest of the conference "Bellezza Incompiuta" organized by S.I.S.P.I. in October 2023.
The article addresses the evolution of the psychoanalytic thought on the concept of aesthetic experience starting from the contributions of Freud and of some important classic and contemporary post-Freudian Authors. Particular attention is devoted to the work of Graziella Magherini who theorized the so-called Stendhal syndrome. The paper explores how the artwork, an external concrete object, may communicate with the inner world of the subject, evoking archaic experiences and re-actualizing deep emotions. The aim of the paper is to argue in favour of the validation of the concept of sculptural representation in psychotherapy by the imaginative procedure. The contribution was originally presented within the contest of the conference "Bellezza Incompiuta" organized by S.I.S.P.I. in October 2023.
The article addresses the evolution of the psychoanalytic thought on the concept of aesthetic experience starting from the contributions of Freud and of some important classic and contemporary post-Freudian Authors. Particular attention is devoted to the work of Graziella Magherini who theorized the so-called Stendhal syndrome. The paper explores how the artwork, an external concrete object, may communicate with the inner world of the subject, evoking archaic experiences and re-actualizing deep emotions. The aim of the paper is to argue in favour of the validation of the concept of sculptural representation in psychotherapy by the imaginative procedure. The contribution was originally presented within the contest of the conference "Bellezza Incompiuta" organized by S.I.S.P.I. in October 2023.
05
Formazione
E se il tuo paziente fosse ad alto potenziale cognitivo?
Ilaria Saracano, Giacomo Massa
Da più di quattro decadi gli studi sullo sviluppo delle facoltà intellettive hanno identificato alcune traiettorie di sviluppo peculiari, proprie di individui con un livello cognitivo nettamente superiore alla media, cui si accompagnano particolari caratteristiche caratteriali, emotive e personologiche, nonché specifiche vulnerabilità in senso psicologico e relazionale.
Obiettivo di questo articolo è, nella prima parte, descrivere le caratteristiche e le tassonomie principali dell’Alto Potenziale Cognitivo/Plusdotazione descritte in letteratura. Saranno dapprima descritti i criteri con cui si identifica questa condizione, nonché il principale strumento utilizzato per la valutazione dell’intelligenza e delle sue componenti. Saranno poi illustrate le principali tassonomie adottate nella classificazione delle persone ad alto potenziale cognitivo — sia sul piano dei livelli di intelligenza (Ruf, 2005), sia su quello dei profili di sviluppo (Neihart e Betts, 2010). Sarà quindi approfondita la relazione tra sviluppo emotivo e giftedness, sottolineando anche le criticità nella regolazione emotiva (Sartori e Cinque, 2019) e approfondendo il concetto di disarmonia evolutiva. Infine, verrà presentato il caso particolare della cosiddetta “doppia eccezionalità”, in cui la giftedness si associa ad una condizione di neurodivergenza.
Nella seconda parte si intende fornire al clinico - presentando tre casi - alcuni indicatori che possano facilitare il riconoscimento in sede anamnestica dei segni e delle caratteristiche proprie di questo particolare funzionamento, anche quando si presentino al clinico per motivi diversi, con il fine di facilitarne il riconoscimento precoce.
Da più di quattro decadi gli studi sullo sviluppo delle facoltà intellettive hanno identificato alcune traiettorie di sviluppo peculiari, proprie di individui con un livello cognitivo nettamente superiore alla media, cui si accompagnano particolari caratteristiche caratteriali, emotive e personologiche, nonché specifiche vulnerabilità in senso psicologico e relazionale.
Obiettivo di questo articolo è, nella prima parte, descrivere le caratteristiche e le tassonomie principali dell’Alto Potenziale Cognitivo/Plusdotazione descritte in letteratura. Saranno dapprima descritti i criteri con cui si identifica questa condizione, nonché il principale strumento utilizzato per la valutazione dell’intelligenza e delle sue componenti. Saranno poi illustrate le principali tassonomie adottate nella classificazione delle persone ad alto potenziale cognitivo — sia sul piano dei livelli di intelligenza (Ruf, 2005), sia su quello dei profili di sviluppo (Neihart e Betts, 2010). Sarà quindi approfondita la relazione tra sviluppo emotivo e giftedness, sottolineando anche le criticità nella regolazione emotiva (Sartori e Cinque, 2019) e approfondendo il concetto di disarmonia evolutiva. Infine, verrà presentato il caso particolare della cosiddetta “doppia eccezionalità”, in cui la giftedness si associa ad una condizione di neurodivergenza.
Nella seconda parte si intende fornire al clinico - presentando tre casi - alcuni indicatori che possano facilitare il riconoscimento in sede anamnestica dei segni e delle caratteristiche proprie di questo particolare funzionamento, anche quando si presentino al clinico per motivi diversi, con il fine di facilitarne il riconoscimento precoce.
Da più di quattro decadi gli studi sullo sviluppo delle facoltà intellettive hanno identificato alcune traiettorie di sviluppo peculiari, proprie di individui con un livello cognitivo nettamente superiore alla media, cui si accompagnano particolari caratteristiche caratteriali, emotive e personologiche, nonché specifiche vulnerabilità in senso psicologico e relazionale.
Obiettivo di questo articolo è, nella prima parte, descrivere le caratteristiche e le tassonomie principali dell’Alto Potenziale Cognitivo/Plusdotazione descritte in letteratura. Saranno dapprima descritti i criteri con cui si identifica questa condizione, nonché il principale strumento utilizzato per la valutazione dell’intelligenza e delle sue componenti. Saranno poi illustrate le principali tassonomie adottate nella classificazione delle persone ad alto potenziale cognitivo — sia sul piano dei livelli di intelligenza (Ruf, 2005), sia su quello dei profili di sviluppo (Neihart e Betts, 2010). Sarà quindi approfondita la relazione tra sviluppo emotivo e giftedness, sottolineando anche le criticità nella regolazione emotiva (Sartori e Cinque, 2019) e approfondendo il concetto di disarmonia evolutiva. Infine, verrà presentato il caso particolare della cosiddetta “doppia eccezionalità”, in cui la giftedness si associa ad una condizione di neurodivergenza.
Nella seconda parte si intende fornire al clinico - presentando tre casi - alcuni indicatori che possano facilitare il riconoscimento in sede anamnestica dei segni e delle caratteristiche proprie di questo particolare funzionamento, anche quando si presentino al clinico per motivi diversi, con il fine di facilitarne il riconoscimento precoce.
For more than four decades the studies on the development of intellectual abilities identified some peculiar developmental paths: individuals characterized by above average cognitive levels with unusual character profiles, emotional and personal features, as well as other psychological and relational characteristics. The aim of this article is, in the first part, to describe the main characteristics and taxonomies of the High Cognitive Potential/Giftedness presented in the literature. The criteria with which this condition is identified will first be described, as well as the main tools used for the evaluation of intelligence and its components.
The main taxonomies adopted in the classification of people with high cognitive potential will then be illustrated - both in terms of intelligence levels (Ruf, 2005) and in terms of developmental profiles (Neihart and Betts, 2010). The relationship between emotional development and giftedness will therefore be explored in depth, also underlining the critical issues in emotional regulation (Sartori and Cinque, 2019) and delving into the concept of evolutionary disharmony. Finally, the case of the so-called "twice exceptional individuals" will be presented, in which giftedness is associated with a condition of neurodivergence.
By presenting three clinical cases, the second part of the paper provides the clinician with some markers that can facilitate the recognition in the anamnestic context of signs and characteristics of this way of functioning with the aim of helping the early recognition, especially when those patients require a consultation for different reasons.
For more than four decades the studies on the development of intellectual abilities identified some peculiar developmental paths: individuals characterized by above average cognitive levels with unusual character profiles, emotional and personal features, as well as other psychological and relational characteristics. The aim of this article is, in the first part, to describe the main characteristics and taxonomies of the High Cognitive Potential/Giftedness presented in the literature. The criteria with which this condition is identified will first be described, as well as the main tools used for the evaluation of intelligence and its components.
The main taxonomies adopted in the classification of people with high cognitive potential will then be illustrated - both in terms of intelligence levels (Ruf, 2005) and in terms of developmental profiles (Neihart and Betts, 2010). The relationship between emotional development and giftedness will therefore be explored in depth, also underlining the critical issues in emotional regulation (Sartori and Cinque, 2019) and delving into the concept of evolutionary disharmony. Finally, the case of the so-called "twice exceptional individuals" will be presented, in which giftedness is associated with a condition of neurodivergence.
By presenting three clinical cases, the second part of the paper provides the clinician with some markers that can facilitate the recognition in the anamnestic context of signs and characteristics of this way of functioning with the aim of helping the early recognition, especially when those patients require a consultation for different reasons.
For more than four decades the studies on the development of intellectual abilities identified some peculiar developmental paths: individuals characterized by above average cognitive levels with unusual character profiles, emotional and personal features, as well as other psychological and relational characteristics. The aim of this article is, in the first part, to describe the main characteristics and taxonomies of the High Cognitive Potential/Giftedness presented in the literature. The criteria with which this condition is identified will first be described, as well as the main tools used for the evaluation of intelligence and its components.
The main taxonomies adopted in the classification of people with high cognitive potential will then be illustrated - both in terms of intelligence levels (Ruf, 2005) and in terms of developmental profiles (Neihart and Betts, 2010). The relationship between emotional development and giftedness will therefore be explored in depth, also underlining the critical issues in emotional regulation (Sartori and Cinque, 2019) and delving into the concept of evolutionary disharmony. Finally, the case of the so-called "twice exceptional individuals" will be presented, in which giftedness is associated with a condition of neurodivergence.
By presenting three clinical cases, the second part of the paper provides the clinician with some markers that can facilitate the recognition in the anamnestic context of signs and characteristics of this way of functioning with the aim of helping the early recognition, especially when those patients require a consultation for different reasons.
06
Recensioni
Gaetano Benedetti, "Riflessioni ed esperienze religiose in psicoterapia"
Centro scientifico Editore, Torino, 2005 (recensione di Marcello Pedretti)
Le prossime iniziative
Opportunità di incontro con A.Psi.C. nel 2024
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