Numero 3 del 2022
Numero 3 del 2022
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III - (2) - Luglio - Dicembre 2022
III - (2) - Luglio - Dicembre 2022
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Psicoanalisi Contemporanea Rivista semestrale di A.Psi.C. (Associazione Psicoanalisi Contemporanea), numero 1 del 2021
Direttore Responsabile
Daniela Cassano
Direttore Responsabile
Daniela Cassano
Direttore Responsabile
Daniela Cassano
Direttore Editoriale
Morena Danieli
Direttore Editoriale
Morena Danieli
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Morena Danieli
Redattore Capo
Laura Fattori
Redattore Capo
Laura Fattori
Inizio lezioni
Laura Fattori
Redattori
Giulia Brolato, Barbara Piazza, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
Redattori
Giulia Brolato, Barbara Piazza, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
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Giulia Brolato, Barbara Piazza, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
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Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Sede della Redazione
via Verdi 45, Torino
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Rivista completa
Indice
Indice
01
Editoriale
02
Teoria e Tecnica Psicoanalitica
La metafora corporea, la rappresentazione e la genesi neonatale della funzione simbolica e della coscienza
Stefano Calamandrei
L’autore affronta il tema del linguaggio e della sua acquisizione nella mente neonatale. Ripercorre nella storia della psicoanalisi le differenti teorie sull’acquisizione del linguaggio, sulle difficoltà che Freud e altri autori hanno avuto nel riconoscerlo naturalmente acquisito piuttosto che ereditato. Viene approfondita l’importanza del “suono” delle parole e del senso dell’udito, durante l’apprendimento del linguaggio e in seduta, rispetto alla modalità indotta dalla scrittura di “lettura” solamente visiva delle parole. Viene poi riportata un’ipotesi di formazione della funzione del linguaggio, grazie al sovrainvestimento materno, che è anche, al contempo, l’evoluzione e la strutturazione della mente infantile e la costruzione delle istanze Preconscio-Coscienza.
L’autore affronta il tema del linguaggio e della sua acquisizione nella mente neonatale. Ripercorre nella storia della psicoanalisi le differenti teorie sull’acquisizione del linguaggio, sulle difficoltà che Freud e altri autori hanno avuto nel riconoscerlo naturalmente acquisito piuttosto che ereditato. Viene approfondita l’importanza del “suono” delle parole e del senso dell’udito, durante l’apprendimento del linguaggio e in seduta, rispetto alla modalità indotta dalla scrittura di “lettura” solamente visiva delle parole. Viene poi riportata un’ipotesi di formazione della funzione del linguaggio, grazie al sovrainvestimento materno, che è anche, al contempo, l’evoluzione e la strutturazione della mente infantile e la costruzione delle istanze Preconscio-Coscienza.
L’autore affronta il tema del linguaggio e della sua acquisizione nella mente neonatale. Ripercorre nella storia della psicoanalisi le differenti teorie sull’acquisizione del linguaggio, sulle difficoltà che Freud e altri autori hanno avuto nel riconoscerlo naturalmente acquisito piuttosto che ereditato. Viene approfondita l’importanza del “suono” delle parole e del senso dell’udito, durante l’apprendimento del linguaggio e in seduta, rispetto alla modalità indotta dalla scrittura di “lettura” solamente visiva delle parole. Viene poi riportata un’ipotesi di formazione della funzione del linguaggio, grazie al sovrainvestimento materno, che è anche, al contempo, l’evoluzione e la strutturazione della mente infantile e la costruzione delle istanze Preconscio-Coscienza.
The body metaphor, the representation and the neonatal genesis of the symbolic function and conscience
The author deals with the theme of language and its acquisition in the neonatal mind. He retraces the different theories on the acquisition of language, on the difficulties that Freud and other authors have had in acknowledging it as naturally acquired rather than inherited, in the history of psychoanalysis. He delves into the importance of the “sound” of words and of the sense of hearing, during the learning of language and during the session, as opposed to the process of merely visually “reading”, associated with writing. He then reports an hypothesis on the formation of the function of language due to the motherly over-investment, which is also, at the same time, the evolution and the organization of the child's mind and the construction of the instances of the Preconscious-Consciuosness.
The body metaphor, the representation and the neonatal genesis of the symbolic function and conscience
The author deals with the theme of language and its acquisition in the neonatal mind. He retraces the different theories on the acquisition of language, on the difficulties that Freud and other authors have had in acknowledging it as naturally acquired rather than inherited, in the history of psychoanalysis. He delves into the importance of the “sound” of words and of the sense of hearing, during the learning of language and during the session, as opposed to the process of merely visually “reading”, associated with writing. He then reports an hypothesis on the formation of the function of language due to the motherly over-investment, which is also, at the same time, the evolution and the organization of the child's mind and the construction of the instances of the Preconscious-Consciuosness.
The body metaphor, the representation and the neonatal genesis of the symbolic function and conscience
The author deals with the theme of language and its acquisition in the neonatal mind. He retraces the different theories on the acquisition of language, on the difficulties that Freud and other authors have had in acknowledging it as naturally acquired rather than inherited, in the history of psychoanalysis. He delves into the importance of the “sound” of words and of the sense of hearing, during the learning of language and during the session, as opposed to the process of merely visually “reading”, associated with writing. He then reports an hypothesis on the formation of the function of language due to the motherly over-investment, which is also, at the same time, the evolution and the organization of the child's mind and the construction of the instances of the Preconscious-Consciuosness.
Il concetto di morte in età evolutiva
Mirella Rostagno
L’articolo, partendo dal presupposto dell’innegabile legame tra vita e morte, si propone di presentare le tappe di consapevolezza rispetto alla morte nel bambino e nell’adolescente, affrontando il pensiero della morte dalle tre prospettive diverse con cui il tema viene affrontato nell’esperienza clinica: morte dell’altro, morte di Sé, morte della vita psichica. Particolare attenzione viene data al lavoro del lutto e alle conseguenze della perdita dell’oggetto d’investimento nei primi anni di vita, facendo riferimento alla teoria pulsionale di S. Freud e alle principali teorie psicoanalitiche postfreudiane che hanno dato il loro contributo nella comprensione del funzionamento psichico precoce. I numerosi esempi, tratti dall’esperienza clinica e clinico-forense dell’autrice, permettono di calare nella realtà del bambino e dell’adolescente, nelle varie fasi della crescita, le considerazioni teoriche presentate e di rendere più comprensibili i risvolti psicopatologici del lutto non elaborato. Il lutto è infatti strettamente correlato alla vita psichica e la capacità di superarlo è per l’individuo indice di maturità.
L’articolo, partendo dal presupposto dell’innegabile legame tra vita e morte, si propone di presentare le tappe di consapevolezza rispetto alla morte nel bambino e nell’adolescente, affrontando il pensiero della morte dalle tre prospettive diverse con cui il tema viene affrontato nell’esperienza clinica: morte dell’altro, morte di Sé, morte della vita psichica. Particolare attenzione viene data al lavoro del lutto e alle conseguenze della perdita dell’oggetto d’investimento nei primi anni di vita, facendo riferimento alla teoria pulsionale di S. Freud e alle principali teorie psicoanalitiche postfreudiane che hanno dato il loro contributo nella comprensione del funzionamento psichico precoce. I numerosi esempi, tratti dall’esperienza clinica e clinico-forense dell’autrice, permettono di calare nella realtà del bambino e dell’adolescente, nelle varie fasi della crescita, le considerazioni teoriche presentate e di rendere più comprensibili i risvolti psicopatologici del lutto non elaborato. Il lutto è infatti strettamente correlato alla vita psichica e la capacità di superarlo è per l’individuo indice di maturità.
L’articolo, partendo dal presupposto dell’innegabile legame tra vita e morte, si propone di presentare le tappe di consapevolezza rispetto alla morte nel bambino e nell’adolescente, affrontando il pensiero della morte dalle tre prospettive diverse con cui il tema viene affrontato nell’esperienza clinica: morte dell’altro, morte di Sé, morte della vita psichica. Particolare attenzione viene data al lavoro del lutto e alle conseguenze della perdita dell’oggetto d’investimento nei primi anni di vita, facendo riferimento alla teoria pulsionale di S. Freud e alle principali teorie psicoanalitiche postfreudiane che hanno dato il loro contributo nella comprensione del funzionamento psichico precoce. I numerosi esempi, tratti dall’esperienza clinica e clinico-forense dell’autrice, permettono di calare nella realtà del bambino e dell’adolescente, nelle varie fasi della crescita, le considerazioni teoriche presentate e di rendere più comprensibili i risvolti psicopatologici del lutto non elaborato. Il lutto è infatti strettamente correlato alla vita psichica e la capacità di superarlo è per l’individuo indice di maturità.
The concept of death in the developmental age
This article starts from the assumption of the undeniable link between life and death. It aims to present the stages of awareness with respect to death in the child and adolescent, addressing the thought of death from three different perspectives based on clinical experience: the death of the other, the death of self, and the death of psychic life. Particular attention is paid to the work of mourning and to the consequences of the loss of the object of investment during the first life years. The theoretical background refers to Freud drive theory and to the main post-Freudian psychoanalytic theories that have contributed to the understanding of the early psychic functioning. The numerous examples, taken from the Author's clinical and clinical-forensic experience, allow the theoretical considerations presented to be brought into the reality of the child and adolescent, in the various stages of growth and to make the psychopathological implications of non-grief elaboration more understandable. Actually, mourning is closely related to the mental life and the ability to overcome it is a sign of maturity for the individual.
The concept of death in the developmental age
This article starts from the assumption of the undeniable link between life and death. It aims to present the stages of awareness with respect to death in the child and adolescent, addressing the thought of death from three different perspectives based on clinical experience: the death of the other, the death of self, and the death of psychic life. Particular attention is paid to the work of mourning and to the consequences of the loss of the object of investment during the first life years. The theoretical background refers to Freud drive theory and to the main post-Freudian psychoanalytic theories that have contributed to the understanding of the early psychic functioning. The numerous examples, taken from the Author's clinical and clinical-forensic experience, allow the theoretical considerations presented to be brought into the reality of the child and adolescent, in the various stages of growth and to make the psychopathological implications of non-grief elaboration more understandable. Actually, mourning is closely related to the mental life and the ability to overcome it is a sign of maturity for the individual.
The concept of death in the developmental age
This article starts from the assumption of the undeniable link between life and death. It aims to present the stages of awareness with respect to death in the child and adolescent, addressing the thought of death from three different perspectives based on clinical experience: the death of the other, the death of self, and the death of psychic life. Particular attention is paid to the work of mourning and to the consequences of the loss of the object of investment during the first life years. The theoretical background refers to Freud drive theory and to the main post-Freudian psychoanalytic theories that have contributed to the understanding of the early psychic functioning. The numerous examples, taken from the Author's clinical and clinical-forensic experience, allow the theoretical considerations presented to be brought into the reality of the child and adolescent, in the various stages of growth and to make the psychopathological implications of non-grief elaboration more understandable. Actually, mourning is closely related to the mental life and the ability to overcome it is a sign of maturity for the individual.
Rappresentazioni della separazione e dei fantasmi funebri attraverso le esperienze immaginative
Alberto Passerini
Il presente lavoro affronta un tema di imprescindibile importanza, sia nel percorso di analisi personale, sia, di conseguenza, per l’analista: la capacità di separarsi. Il metodo di riferimento è la Psicoterapia con l’Esperienza Immaginativa (Passerini, 2009). Il processo riconosce diverse fasi: dapprima occorre “accompagnare i pazienti in una regressione profonda, per attuare poi “[…] un accompagnamento per uscire dalla fusione” (Fabre, 2002). In realtà, attraverso l’immaginario non si va alla ricerca di una vera e propria “fusione” con l’analista ma “dell’illusione della fusione” ovvero al tempo stesso, il vissuto di fusione e l'alterità che promette la de-fusione. Considerando le varie “separazioni” a cui si va incontro, dalla nascita fino alla morte, intesa come ultima e radicale separazione, si è osservato il rapporto tra vissuto di separazione e fantasmi funebri. Si è visto che questi ultimi, emergenti dalle rappresentazioni dalle Esperienze Immaginative dei pazienti, non sono legati alla morte intesa come paura della fine della vita bensì all’angoscia di separazione dall’oggetto. Viene esposta una fenomenologia delle modalità riscontrate ed un caso clinico.
Il presente lavoro affronta un tema di imprescindibile importanza, sia nel percorso di analisi personale, sia, di conseguenza, per l’analista: la capacità di separarsi. Il metodo di riferimento è la Psicoterapia con l’Esperienza Immaginativa (Passerini, 2009). Il processo riconosce diverse fasi: dapprima occorre “accompagnare i pazienti in una regressione profonda, per attuare poi “[…] un accompagnamento per uscire dalla fusione” (Fabre, 2002). In realtà, attraverso l’immaginario non si va alla ricerca di una vera e propria “fusione” con l’analista ma “dell’illusione della fusione” ovvero al tempo stesso, il vissuto di fusione e l'alterità che promette la de-fusione. Considerando le varie “separazioni” a cui si va incontro, dalla nascita fino alla morte, intesa come ultima e radicale separazione, si è osservato il rapporto tra vissuto di separazione e fantasmi funebri. Si è visto che questi ultimi, emergenti dalle rappresentazioni dalle Esperienze Immaginative dei pazienti, non sono legati alla morte intesa come paura della fine della vita bensì all’angoscia di separazione dall’oggetto. Viene esposta una fenomenologia delle modalità riscontrate ed un caso clinico.
Il presente lavoro affronta un tema di imprescindibile importanza, sia nel percorso di analisi personale, sia, di conseguenza, per l’analista: la capacità di separarsi. Il metodo di riferimento è la Psicoterapia con l’Esperienza Immaginativa (Passerini, 2009). Il processo riconosce diverse fasi: dapprima occorre “accompagnare i pazienti in una regressione profonda, per attuare poi “[…] un accompagnamento per uscire dalla fusione” (Fabre, 2002). In realtà, attraverso l’immaginario non si va alla ricerca di una vera e propria “fusione” con l’analista ma “dell’illusione della fusione” ovvero al tempo stesso, il vissuto di fusione e l'alterità che promette la de-fusione. Considerando le varie “separazioni” a cui si va incontro, dalla nascita fino alla morte, intesa come ultima e radicale separazione, si è osservato il rapporto tra vissuto di separazione e fantasmi funebri. Si è visto che questi ultimi, emergenti dalle rappresentazioni dalle Esperienze Immaginative dei pazienti, non sono legati alla morte intesa come paura della fine della vita bensì all’angoscia di separazione dall’oggetto. Viene esposta una fenomenologia delle modalità riscontrate ed un caso clinico.
Representations of separation and death ghosts through imaginative experiences
This work deals with a topic of essential importance, both in the personal analysis process and, consequently, for the analyst: the ability to separate. The method used is Psychotherapy with Imaginative Experience (Passerini 2009). The process recognizes several phases: first it is necessary to “accompany the patients in a deep regression, to then implement“ […] an accompaniment to get out of the fusion ”(Fabre 2002). In reality, through the imaginary we do not go in search of a real "fusion" with the analyst but "the illusion of fusion" or, at the same time, the experience of fusion and the otherness that promises de-fusion. Considering the various "separations" that we go through, from birth to death, understood as the last and radical separation, the relationship between the experience of separation and funeral ghosts was observed. It has been seen that the latter, emerging from the representations of the Imaginative Experiences of our patients, are not linked to death understood as the fear of the end of life but to the anxiety of separation from the object. A phenomenology of the modalities found and a clinical case are presented.
Representations of separation and death ghosts through imaginative experiences
This work deals with a topic of essential importance, both in the personal analysis process and, consequently, for the analyst: the ability to separate. The method used is Psychotherapy with Imaginative Experience (Passerini 2009). The process recognizes several phases: first it is necessary to “accompany the patients in a deep regression, to then implement“ […] an accompaniment to get out of the fusion ”(Fabre 2002). In reality, through the imaginary we do not go in search of a real "fusion" with the analyst but "the illusion of fusion" or, at the same time, the experience of fusion and the otherness that promises de-fusion. Considering the various "separations" that we go through, from birth to death, understood as the last and radical separation, the relationship between the experience of separation and funeral ghosts was observed. It has been seen that the latter, emerging from the representations of the Imaginative Experiences of our patients, are not linked to death understood as the fear of the end of life but to the anxiety of separation from the object. A phenomenology of the modalities found and a clinical case are presented.
Representations of separation and death ghosts through imaginative experiences
This work deals with a topic of essential importance, both in the personal analysis process and, consequently, for the analyst: the ability to separate. The method used is Psychotherapy with Imaginative Experience (Passerini 2009). The process recognizes several phases: first it is necessary to “accompany the patients in a deep regression, to then implement“ […] an accompaniment to get out of the fusion ”(Fabre 2002). In reality, through the imaginary we do not go in search of a real "fusion" with the analyst but "the illusion of fusion" or, at the same time, the experience of fusion and the otherness that promises de-fusion. Considering the various "separations" that we go through, from birth to death, understood as the last and radical separation, the relationship between the experience of separation and funeral ghosts was observed. It has been seen that the latter, emerging from the representations of the Imaginative Experiences of our patients, are not linked to death understood as the fear of the end of life but to the anxiety of separation from the object. A phenomenology of the modalities found and a clinical case are presented.
03
Casi Clinici
L’origine traumatica del funzionamento al limite – Il caso di Alice
Marco Sciutto
Il caso di Alice esplora le radici traumatiche infantili in una paziente con personalità di tipo borderline. Gravi carenze affettive nell’infanzia, soprattutto materne, (una “madre morta”, secondo la definizione di A. Green) assommate ad eventi traumatici successivi hanno condotto la paziente ad uno stato di grave sofferenza psichica. Il terapeuta, seguendo Ferenczi, riconosce la dimensione reale dei traumi infantili, a dispetto di un’interpretazione solo fantasmatica degli stessi. Dopo avere messo in gioco ed esaminato i vari aspetti transferali e controtransferali, realizza come l'esperienza emotiva trasformativa” (Cremerius) sia, nel caso di Alice, di importanza preminente, rispetto alla sola attività interpretativa, per ricostruire la fiducia di base in sé e negli altri.
Il caso di Alice esplora le radici traumatiche infantili in una paziente con personalità di tipo borderline. Gravi carenze affettive nell’infanzia, soprattutto materne, (una “madre morta”, secondo la definizione di A. Green) assommate ad eventi traumatici successivi hanno condotto la paziente ad uno stato di grave sofferenza psichica. Il terapeuta, seguendo Ferenczi, riconosce la dimensione reale dei traumi infantili, a dispetto di un’interpretazione solo fantasmatica degli stessi. Dopo avere messo in gioco ed esaminato i vari aspetti transferali e controtransferali, realizza come l'esperienza emotiva trasformativa” (Cremerius) sia, nel caso di Alice, di importanza preminente, rispetto alla sola attività interpretativa, per ricostruire la fiducia di base in sé e negli altri.
Il caso di Alice esplora le radici traumatiche infantili in una paziente con personalità di tipo borderline. Gravi carenze affettive nell’infanzia, soprattutto materne, (una “madre morta”, secondo la definizione di A. Green) assommate ad eventi traumatici successivi hanno condotto la paziente ad uno stato di grave sofferenza psichica. Il terapeuta, seguendo Ferenczi, riconosce la dimensione reale dei traumi infantili, a dispetto di un’interpretazione solo fantasmatica degli stessi. Dopo avere messo in gioco ed esaminato i vari aspetti transferali e controtransferali, realizza come l'esperienza emotiva trasformativa” (Cremerius) sia, nel caso di Alice, di importanza preminente, rispetto alla sola attività interpretativa, per ricostruire la fiducia di base in sé e negli altri.
The traumatic origin of borderline functioning - The case of Alice
Alice's case explores the traumatic roots of the childhood of a patient with a borderline personality disorder. Serious emotional deficiencies in her childhood, especially maternal ones (a "dead mother", according to the definition of André Green) combined with subsequent traumatic events, led the patient to a state of severe mental suffering. The therapist, following Ferenczi, recognizes the real dimension of the childhood traumas, in spite of a purely phantasmatic interpretation of the same. After having brought into play and examined the various transference and countertransference aspects, he realizes how the "transformative emotional experience" (Cremerius) is, in the case of Alice, of paramount importance, with respect to the interpretative activity alone, in order to rebuild the basic trust in herself and in the others.
The traumatic origin of borderline functioning - The case of Alice
Alice's case explores the traumatic roots of the childhood of a patient with a borderline personality disorder. Serious emotional deficiencies in her childhood, especially maternal ones (a "dead mother", according to the definition of André Green) combined with subsequent traumatic events, led the patient to a state of severe mental suffering. The therapist, following Ferenczi, recognizes the real dimension of the childhood traumas, in spite of a purely phantasmatic interpretation of the same. After having brought into play and examined the various transference and countertransference aspects, he realizes how the "transformative emotional experience" (Cremerius) is, in the case of Alice, of paramount importance, with respect to the interpretative activity alone, in order to rebuild the basic trust in herself and in the others.
The traumatic origin of borderline functioning - The case of Alice
Alice's case explores the traumatic roots of the childhood of a patient with a borderline personality disorder. Serious emotional deficiencies in her childhood, especially maternal ones (a "dead mother", according to the definition of André Green) combined with subsequent traumatic events, led the patient to a state of severe mental suffering. The therapist, following Ferenczi, recognizes the real dimension of the childhood traumas, in spite of a purely phantasmatic interpretation of the same. After having brought into play and examined the various transference and countertransference aspects, he realizes how the "transformative emotional experience" (Cremerius) is, in the case of Alice, of paramount importance, with respect to the interpretative activity alone, in order to rebuild the basic trust in herself and in the others.
04
Interfacce
Psicoanalisi e gruppi
Antonella Ramassotto
Partendo dalla propria esperienza di lavoro con i gruppi, l’Autrice esamina le peculiarità di impiego della psicoanalisi nel trattamento dei pazienti accomunati da un sintomo. Vengono analizzate le varie fasi dell’ingresso, della permanenza e dell’uscita del singolo dal gruppo. Ciò avviene in parallelo alla destrutturazione del sintomo che, da espressione del bisogno di un soddisfacimento pulsionale con una forte connotazione di aspirazione identitaria sostitutiva, si trasforma in una ricerca più autentica del proprio desiderio. L'obiettivo del terapeuta, fedele alla sua impostazione di tipo analitico e attento alle modalità di introduzione di elementi interpretativi, anche nello specifico del lavoro con i gruppi rimane quello di ottenere che nel paziente nasca, al termine del percorso gruppale, la domanda cruciale rivolta verso la propria singolarità (“Chi sono?”).
Partendo dalla propria esperienza di lavoro con i gruppi, l’Autrice esamina le peculiarità di impiego della psicoanalisi nel trattamento dei pazienti accomunati da un sintomo. Vengono analizzate le varie fasi dell’ingresso, della permanenza e dell’uscita del singolo dal gruppo. Ciò avviene in parallelo alla destrutturazione del sintomo che, da espressione del bisogno di un soddisfacimento pulsionale con una forte connotazione di aspirazione identitaria sostitutiva, si trasforma in una ricerca più autentica del proprio desiderio. L'obiettivo del terapeuta, fedele alla sua impostazione di tipo analitico e attento alle modalità di introduzione di elementi interpretativi, anche nello specifico del lavoro con i gruppi rimane quello di ottenere che nel paziente nasca, al termine del percorso gruppale, la domanda cruciale rivolta verso la propria singolarità (“Chi sono?”).
Partendo dalla propria esperienza di lavoro con i gruppi, l’Autrice esamina le peculiarità di impiego della psicoanalisi nel trattamento dei pazienti accomunati da un sintomo. Vengono analizzate le varie fasi dell’ingresso, della permanenza e dell’uscita del singolo dal gruppo. Ciò avviene in parallelo alla destrutturazione del sintomo che, da espressione del bisogno di un soddisfacimento pulsionale con una forte connotazione di aspirazione identitaria sostitutiva, si trasforma in una ricerca più autentica del proprio desiderio. L'obiettivo del terapeuta, fedele alla sua impostazione di tipo analitico e attento alle modalità di introduzione di elementi interpretativi, anche nello specifico del lavoro con i gruppi rimane quello di ottenere che nel paziente nasca, al termine del percorso gruppale, la domanda cruciale rivolta verso la propria singolarità (“Chi sono?”).
Psychoanalysis and groups
The aim of this text is to examine the features of the application of clinical psychoanalysis (psychoanalytic method) to the treatment in small groups. The group has shown to be a particularly efficient therapeutic tool for treating the symptoms elicited by modern society. The characteristics of the treatment will also be studied taking into account the fact that group treatment is usually performed in medical facilities. Therefore we will examine how the constitution of a group is not a bureaucratic deed, sanctioned by a fixed protocol, but is the answer to a number of steps responding to a precise reasoning. The reasoning on the therapeutic treatment will be explained in view of determining ways of exploiting the patient’s peculiarities and resources. From the clinical point of view –also using fragments of cases – distinctive tracts of a practice that cause the shift from an unreal and standardized sphere of the bond to a sphere that can be based on the relational power of words will be isolated. From this point of view the peculiarities of the clinical act in connection with the transfert, with the setting up of the group, with the subjective and intersubjective work in the group and with interpretation will be examined. Special care will be given to the delicate moment of joining the group and to the circumstances of leaving it.
Psychoanalysis and groups
The aim of this text is to examine the features of the application of clinical psychoanalysis (psychoanalytic method) to the treatment in small groups. The group has shown to be a particularly efficient therapeutic tool for treating the symptoms elicited by modern society. The characteristics of the treatment will also be studied taking into account the fact that group treatment is usually performed in medical facilities. Therefore we will examine how the constitution of a group is not a bureaucratic deed, sanctioned by a fixed protocol, but is the answer to a number of steps responding to a precise reasoning. The reasoning on the therapeutic treatment will be explained in view of determining ways of exploiting the patient’s peculiarities and resources. From the clinical point of view –also using fragments of cases – distinctive tracts of a practice that cause the shift from an unreal and standardized sphere of the bond to a sphere that can be based on the relational power of words will be isolated. From this point of view the peculiarities of the clinical act in connection with the transfert, with the setting up of the group, with the subjective and intersubjective work in the group and with interpretation will be examined. Special care will be given to the delicate moment of joining the group and to the circumstances of leaving it.
Psychoanalysis and groups
The aim of this text is to examine the features of the application of clinical psychoanalysis (psychoanalytic method) to the treatment in small groups. The group has shown to be a particularly efficient therapeutic tool for treating the symptoms elicited by modern society. The characteristics of the treatment will also be studied taking into account the fact that group treatment is usually performed in medical facilities. Therefore we will examine how the constitution of a group is not a bureaucratic deed, sanctioned by a fixed protocol, but is the answer to a number of steps responding to a precise reasoning. The reasoning on the therapeutic treatment will be explained in view of determining ways of exploiting the patient’s peculiarities and resources. From the clinical point of view –also using fragments of cases – distinctive tracts of a practice that cause the shift from an unreal and standardized sphere of the bond to a sphere that can be based on the relational power of words will be isolated. From this point of view the peculiarities of the clinical act in connection with the transfert, with the setting up of the group, with the subjective and intersubjective work in the group and with interpretation will be examined. Special care will be given to the delicate moment of joining the group and to the circumstances of leaving it.
05
Formazione
Psicodinamica e sociodinamica dei conflitti: educare al conflitto per imparare a gestirlo
Mario Perini
L’articolo affronta il tema dei conflitti distinguendone gli aspetti di potenziale creatività dalle derive distruttive e affermando la necessità di creare una adeguata teoria del conflitto -che lo esplori in profondità, una cultura realistica- che si proponga di gestirlo rinunciando alla pretesa di risolverlo, e un dispositivo istituzionale in grado di affrontarlo attuando gli strumenti di gestione di volta in volta più appropriati. Dopo aver passato in rassegna diverse concezioni psicoanalitiche del conflitto (da Freud a Bion, Fornari, Pagliarani, Volkan), l’articolo ne esplora gli aspetti socio-culturali e la loro influenza sulla scelta degli strumenti e delle strategie gruppali, istituzionali e sociali per gestire adeguatamente i conflitti e per prevenirne la trasformazione in guerre. In appendice si riporta un modello dettagliato di gestione del conflitto.
L’articolo affronta il tema dei conflitti distinguendone gli aspetti di potenziale creatività dalle derive distruttive e affermando la necessità di creare una adeguata teoria del conflitto -che lo esplori in profondità, una cultura realistica- che si proponga di gestirlo rinunciando alla pretesa di risolverlo, e un dispositivo istituzionale in grado di affrontarlo attuando gli strumenti di gestione di volta in volta più appropriati. Dopo aver passato in rassegna diverse concezioni psicoanalitiche del conflitto (da Freud a Bion, Fornari, Pagliarani, Volkan), l’articolo ne esplora gli aspetti socio-culturali e la loro influenza sulla scelta degli strumenti e delle strategie gruppali, istituzionali e sociali per gestire adeguatamente i conflitti e per prevenirne la trasformazione in guerre. In appendice si riporta un modello dettagliato di gestione del conflitto.
L’articolo affronta il tema dei conflitti distinguendone gli aspetti di potenziale creatività dalle derive distruttive e affermando la necessità di creare una adeguata teoria del conflitto -che lo esplori in profondità, una cultura realistica- che si proponga di gestirlo rinunciando alla pretesa di risolverlo, e un dispositivo istituzionale in grado di affrontarlo attuando gli strumenti di gestione di volta in volta più appropriati. Dopo aver passato in rassegna diverse concezioni psicoanalitiche del conflitto (da Freud a Bion, Fornari, Pagliarani, Volkan), l’articolo ne esplora gli aspetti socio-culturali e la loro influenza sulla scelta degli strumenti e delle strategie gruppali, istituzionali e sociali per gestire adeguatamente i conflitti e per prevenirne la trasformazione in guerre. In appendice si riporta un modello dettagliato di gestione del conflitto.
Psychodynamics and sociodynamics of conflicts: educating about conflict in order to learn how to manage it
This paper addresses the issue of conflict by distinguishing the aspects of potential creativity from the destructive drifts, and by advocating the need to develop an adequate theory of conflict, one which explores it in depth. An adequate theory of conflict should rely on a realistic culture, which aims to manage conflictual situations by waiving the pretenses of resolving them. In addition, an adequate theory of conflict should provide an institutional device capable of addressing conflicts by implementing the most appropriate management tools on a case-by-case basis. After reviewing some psychoanalytic conceptions of conflict (from Freud to Bion, Fornari, Pagliarani, and Volkan), the paper illustrates some socio-cultural aspects of conflict. Those aspects influence the choice of tools and strategies for dealing with conflicts at group, institutional and social levels, with the aim of preventing their transformation into wars. A detailed model of conflict management is provided in the Appendix.
Psychodynamics and sociodynamics of conflicts: educating about conflict in order to learn how to manage it
This paper addresses the issue of conflict by distinguishing the aspects of potential creativity from the destructive drifts, and by advocating the need to develop an adequate theory of conflict, one which explores it in depth. An adequate theory of conflict should rely on a realistic culture, which aims to manage conflictual situations by waiving the pretenses of resolving them. In addition, an adequate theory of conflict should provide an institutional device capable of addressing conflicts by implementing the most appropriate management tools on a case-by-case basis. After reviewing some psychoanalytic conceptions of conflict (from Freud to Bion, Fornari, Pagliarani, and Volkan), the paper illustrates some socio-cultural aspects of conflict. Those aspects influence the choice of tools and strategies for dealing with conflicts at group, institutional and social levels, with the aim of preventing their transformation into wars. A detailed model of conflict management is provided in the Appendix.
Psychodynamics and sociodynamics of conflicts: educating about conflict in order to learn how to manage it
This paper addresses the issue of conflict by distinguishing the aspects of potential creativity from the destructive drifts, and by advocating the need to develop an adequate theory of conflict, one which explores it in depth. An adequate theory of conflict should rely on a realistic culture, which aims to manage conflictual situations by waiving the pretenses of resolving them. In addition, an adequate theory of conflict should provide an institutional device capable of addressing conflicts by implementing the most appropriate management tools on a case-by-case basis. After reviewing some psychoanalytic conceptions of conflict (from Freud to Bion, Fornari, Pagliarani, and Volkan), the paper illustrates some socio-cultural aspects of conflict. Those aspects influence the choice of tools and strategies for dealing with conflicts at group, institutional and social levels, with the aim of preventing their transformation into wars. A detailed model of conflict management is provided in the Appendix.
Cosa succede agli adolescenti? Il corpo sotto attacco: connessioni con la società e le sue trasformazioni
Nadia Benedetto (commento di Daniela Cassano)
Il corpo è diventato un fulcro di interesse ossessivo da parte degli adolescenti e non solo perché esso è trasformabile attraverso la tecnica. In questo articolo si riporta l’esperienza degli ultimi due anni (2020-2022) in un servizio di neuropsichiatria (per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni) nella città di Torino. Stiamo registrando un incremento esponenziale di psicopatologie gravi. Nel periodo di pandemia e post-pandemia da Covid 19 possiamo constatare una crescente difficoltà nel significare vari attacchi al corpo: tentati suicidi, autolesionismo, depressione, fobie sociali, disturbi dell’identità di genere, disturbi dell’alimentazione. La pandemia si è trasformata in un detonatore sociale che ha sconvolto gli equilibri degli adolescenti e delle loro famiglie. Questo lavoro offre una fotografia dei fenomeni che si sono osservati in seguito alla richiesta dei giovani di essere ospedalizzati con l’accesso ai pronto soccorso e alla successiva presa in carico presso gli ambulatori di neuropsichiatria. Si considerano le relazioni tra la visione del corpo da parte dell’adolescente, le influenze del mondo virtuale e le possibilità di un intervento efficace. In un’ottica di tipo multidisciplinare, il lavoro fa riferimento a quanto le teorie biopolitiche ipotizzano circa il rapporto tra corpo e società.
Il corpo è diventato un fulcro di interesse ossessivo da parte degli adolescenti e non solo perché esso è trasformabile attraverso la tecnica. In questo articolo si riporta l’esperienza degli ultimi due anni (2020-2022) in un servizio di neuropsichiatria (per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni) nella città di Torino. Stiamo registrando un incremento esponenziale di psicopatologie gravi. Nel periodo di pandemia e post-pandemia da Covid 19 possiamo constatare una crescente difficoltà nel significare vari attacchi al corpo: tentati suicidi, autolesionismo, depressione, fobie sociali, disturbi dell’identità di genere, disturbi dell’alimentazione. La pandemia si è trasformata in un detonatore sociale che ha sconvolto gli equilibri degli adolescenti e delle loro famiglie. Questo lavoro offre una fotografia dei fenomeni che si sono osservati in seguito alla richiesta dei giovani di essere ospedalizzati con l’accesso ai pronto soccorso e alla successiva presa in carico presso gli ambulatori di neuropsichiatria. Si considerano le relazioni tra la visione del corpo da parte dell’adolescente, le influenze del mondo virtuale e le possibilità di un intervento efficace. In un’ottica di tipo multidisciplinare, il lavoro fa riferimento a quanto le teorie biopolitiche ipotizzano circa il rapporto tra corpo e società.
Il corpo è diventato un fulcro di interesse ossessivo da parte degli adolescenti e non solo perché esso è trasformabile attraverso la tecnica. In questo articolo si riporta l’esperienza degli ultimi due anni (2020-2022) in un servizio di neuropsichiatria (per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni) nella città di Torino. Stiamo registrando un incremento esponenziale di psicopatologie gravi. Nel periodo di pandemia e post-pandemia da Covid 19 possiamo constatare una crescente difficoltà nel significare vari attacchi al corpo: tentati suicidi, autolesionismo, depressione, fobie sociali, disturbi dell’identità di genere, disturbi dell’alimentazione. La pandemia si è trasformata in un detonatore sociale che ha sconvolto gli equilibri degli adolescenti e delle loro famiglie. Questo lavoro offre una fotografia dei fenomeni che si sono osservati in seguito alla richiesta dei giovani di essere ospedalizzati con l’accesso ai pronto soccorso e alla successiva presa in carico presso gli ambulatori di neuropsichiatria. Si considerano le relazioni tra la visione del corpo da parte dell’adolescente, le influenze del mondo virtuale e le possibilità di un intervento efficace. In un’ottica di tipo multidisciplinare, il lavoro fa riferimento a quanto le teorie biopolitiche ipotizzano circa il rapporto tra corpo e società.
What happens to teenagers? The body under attack: connections with society and its transformations
The body has become a focus of obsessive interest for the adolescents, not only because it is transformable through medical and aesthetic techniques. This article reports the experience of the last two years (2020-2022) in a neuropsychiatry service (for children and adolescents between 11 and 18 years old) in the city of Turin, Italy. We are experiencing an exponential increase in serious psychopathologies. In the pandemic and post-pandemic periods since Covid 19 we can see a growing difficulty in signifying the various attacks to the body: suicide attempts, self-harm, depression, social phobias, gender identity disorders, eating disorders. The pandemic has turned into a social detonator that has upset the balance between adolescents and their families. This work offers a photograph of the phenomena that have been observed following the requests of young people to be hospitalized with access to the emergency room and the subsequent neuropsychiatry treatments. We consider the relationships between the adolescents’ vision of the body and the influences of the virtual world, and the possibilities for effective intervention. From a multidisciplinary point of view, the work refers to what biopolitical theories hypothesize about the relationship between body and society.
What happens to teenagers? The body under attack: connections with society and its transformations
The body has become a focus of obsessive interest for the adolescents, not only because it is transformable through medical and aesthetic techniques. This article reports the experience of the last two years (2020-2022) in a neuropsychiatry service (for children and adolescents between 11 and 18 years old) in the city of Turin, Italy. We are experiencing an exponential increase in serious psychopathologies. In the pandemic and post-pandemic periods since Covid 19 we can see a growing difficulty in signifying the various attacks to the body: suicide attempts, self-harm, depression, social phobias, gender identity disorders, eating disorders. The pandemic has turned into a social detonator that has upset the balance between adolescents and their families. This work offers a photograph of the phenomena that have been observed following the requests of young people to be hospitalized with access to the emergency room and the subsequent neuropsychiatry treatments. We consider the relationships between the adolescents’ vision of the body and the influences of the virtual world, and the possibilities for effective intervention. From a multidisciplinary point of view, the work refers to what biopolitical theories hypothesize about the relationship between body and society.
What happens to teenagers? The body under attack: connections with society and its transformations
The body has become a focus of obsessive interest for the adolescents, not only because it is transformable through medical and aesthetic techniques. This article reports the experience of the last two years (2020-2022) in a neuropsychiatry service (for children and adolescents between 11 and 18 years old) in the city of Turin, Italy. We are experiencing an exponential increase in serious psychopathologies. In the pandemic and post-pandemic periods since Covid 19 we can see a growing difficulty in signifying the various attacks to the body: suicide attempts, self-harm, depression, social phobias, gender identity disorders, eating disorders. The pandemic has turned into a social detonator that has upset the balance between adolescents and their families. This work offers a photograph of the phenomena that have been observed following the requests of young people to be hospitalized with access to the emergency room and the subsequent neuropsychiatry treatments. We consider the relationships between the adolescents’ vision of the body and the influences of the virtual world, and the possibilities for effective intervention. From a multidisciplinary point of view, the work refers to what biopolitical theories hypothesize about the relationship between body and society.
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Recensioni
Franco Borgogno, Una vita cura una vita. Inizi, maturità, esiti di una vocazione
Torino: Bollati Boringhieri, 2020 Tradotto ed edito negli US con il titolo: One life heals Another. Beginning, Maturity, and Outcomes of a Vocation (New York: IPBook, International Psychoanalytic Book, 2020)(recensione di Sofia Massia)
Rivista completa
Hanno collaborato a questo numero:
Hanno collaborato a questo numero:
M. Baiona
Direttore Neuropsichiatria Infantile Nord-Asl Città di Torino
E. Buday
Psicologa e Psicoterapeuta. Istituto Minotauro Milano
D. Cassano
Medico neurologo, psicoterapeuta, Socio Fondatore A.Psi.C. e co-Direttore della rivista Psicoanalisi Contemporanea
M. Danieli
Neuropsicologa, Psicoterapeuta, Socio Fondatore A.Psi.C. e Direttrice editoriale della rivista Psicoanalisi Contemporanea
D. Settembrini
Psicologa, psicoterapeuta, Socio Fondatore e Presidente A.Psi.C.